Innovation manager per digitalizzare l’impresa: quanto finanzia il voucher

Le PMI e le reti di imprese che intendono investire in innovazione e tecnologie digitali nel 2019 e 2020, potranno ottenere un contributo a fondo perduto, sotto forma di voucher, per l’inserimento in azienda di innovation manager: professionisti specializzati e qualificati in grado di gestire la complessità organizzativa e produttiva che impone la trasformazione tecnologica.
La nuova misura agevolativa è stata istituita dalla legge di Bilancio 2019 (l. n. 145/2018, articolo 1, commi 228, 230-231), che per la sua attuazione ha stanziato la somma di 75 milioni di euro (25 milioni per ciascuno degli anni 2019, 2020 e 2021).

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Cosa finanzia

Il voucher coprirà i costi sostenuti, nei due periodi d’imposta successivi a quello in corso al 31 dicembre 2018, per l’acquisto di prestazioni consulenziali di natura specialistica finalizzate a sostenere i processi di trasformazione tecnologica e digitale attraverso le tecnologie abilitanti previste dal Piano nazionale impresa 4.0 e di ammodernamento degli assetti gestionali e organizzativi dell’impresa, compreso l’accesso ai mercati finanziari e dei capitali.

Il contributo sarà concesso subordinatamente alla sottoscrizione di un apposito contratto di servizio di consulenza tra le imprese o le reti beneficiarie e le società di consulenza o i manager qualificati iscritti in un apposito elenco, che sarà istituito con apposito decreto del Ministro dello sviluppo economico.

Ammesse le PMI

Potranno beneficiare del contributo le micro, piccole e medie imprese ai sensi della Raccomandazione della Commissione europea 2003/361/CE, ossia le imprese che occupano meno di 250 persone e hanno un fatturato annuo non superiore a 50 milioni di eurooppure un totale di bilancio annuo non superiore a 43 milioni di euro. Nella categoria delle PMI, si distinguono:

– le microimprese: imprese con meno di 10 occupati e che hanno un fatturato annuo oppure il totale di bilancio annuo non superiore a 2 milioni di euro;
– le piccole imprese: imprese con meno di 50 occupati e che hanno un fatturato annuo oppure il totale di bilancio annuo non superiore a 10 milioni di euro.
I requisiti del numero degli occupati e del fatturato annuo/totale di bilancio annuo sono cumulativi ossia devono sussistere entrambi in capo all’impresa.
In riferimento ai dati finanziari, una PMI può scegliere di rispettare il criterio del fatturato o il criterio del totale di bilancio (l’impresa non deve soddisfare entrambi criteri e può superare una delle soglie senza perdere la sua qualificazione).
Con riferimento al requisito degli occupati, esso riguarda il personale impiegato a tempo pieno, a tempo parziale o su base stagionale e comprende le seguenti categorie:
– i dipendenti;
– le persone che lavorano per l’impresa e sono considerati dalla legislazione nazionale come dipendenti dell’impresa (collaboratori equivalenti ai dipendenti);
– i proprietari-gestori;
– i soci che svolgono un’attività regolare nell’impresa e beneficiano dei vantaggi finanziari da essa forniti.
Non rientrano tra i dipendenti gli apprendisti con contratto di apprendistato e le persone con contratto di formazione o con contratto di inserimento. Non sono altresì contabilizzati i congedi di maternità o parentali.
Il numero degli occupati viene espresso in unità lavorative-anno (ULA), sommando il numero degli occupati a tempo pieno per l’intero anno a quello degli stagionali e degli occupati a tempo parziale, contabilizzati in frazioni di ULA.
Quanto al secondo requisito, il fatturato annuo corrisponde alla voce A.1 del conto economico di bilancio, mentre il totale di bilancio corrisponde al totale dell’attivo patrimoniale di bilancio.
Per le imprese autonome, i dati sono desunti dai conti dell’impresa.

Per le imprese associate o collegate, ai dati relativi all’impresa considerata si sommano i dati delle eventuali imprese associate ad essa, in proporzione alla percentuale di partecipazione al capitale o alla percentuale dei diritti di voto detenuti (si considera la percentuale più elevata delle due, così come nel caso di partecipazioni incrociate), nonché il 100% dei dati relativi alle eventuali imprese direttamente o indirettamente collegate.

Reti di imprese

Potranno accedere ai contributi anche le reti di imprese (di cui all’art. 3, comma 4-quater, del D.L. 10 febbraio 2009, n. 5/2009, convertito dalla legge n. 33/2009 e ss.mm), a condizione che il programma comune di rete preveda lo sviluppo di processi innovativi in materia di trasformazione tecnologica e digitale attraverso le tecnologie abilitanti previste dal Piano nazionale impresa 4.0 e di organizzazione, pianificazione e gestione delle attività, compreso l’accesso ai mercati finanziari e dei capitali.

Ammontare del voucher

Il contributo, in regime “de minimis” ai sensi del Regolamento (UE) n. 1407/2013, sarà differenziato a seconda della dimensione dell’impresa.

In particolare, alle micro e piccole imprese, in relazione a ciascun periodo d’imposta, il contributo sarà riconosciuto in misura pari al 50% dei costi sostenuti ed entro il limite massimo annuo di 40.000 euro.
Per le medie imprese, invece, il contributo sarà pari al 30% dei costi sostenuti in ciascun periodo d’imposta, con un tetto annuo di 25.000 euro.

In caso di adesione a un contratto di rete, il contributo sarà concesso (all’intera rete) nella misura del 50% dei costi sostenuti in ciascun periodo d’imposta ed entro il limite massimo annuo di 80.000 euro.

Provvedimenti mancanti

Per la concreta fruizione dell’incentivo è necessario attendere l’emanazione dell’apposito decreto da parte del Ministro dello Sviluppo Economico, con il quale verranno stabiliti nel dettaglio i requisiti soggettivi, i criteri e le modalità per l’erogazione dei contributi nonché l’eventuale riserva delle risorse da destinare prioritariamente alle micro e piccole imprese e alle reti di impresa.

Identikit della misura

Soggetti beneficiari
– Micropiccole e medie imprese
– Reti di imprese, avente nel programma comune lo sviluppo di processi innovativi in materia di trasformazione tecnologica e digitale attraverso le tecnologie abilitanti previste dal Piano nazionale impresa 4.0 e di organizzazione, pianificazione e gestione delle attività, compreso l’accesso ai mercati finanziari e dei capitali.
Costi agevolabili
Costi sostenuti nei due periodi d’imposta successivi a quello in corso al 31 dicembre 2018 per l’acquisto di prestazioni consulenziali di natura specialistica di supporto ai processi di digitalizzazione e riorganizzazione aziendale.
Consulenze ammissibili
Prestazioni consulenziali fornite da società di consulenza o i manager qualificati iscritti in un elenco istituito con apposito decreto del Ministro dello Sviluppo Economico.
Contributo
Pari al:
– 50% dei costi sostenuti in ciascun periodo d’imposta ed entro il limite massimo annuo di 40.000 euro, nel caso di micro e piccole imprese (come definite dalla raccomandazione n. 2003/361/CE della Commissione);
– 30% dei costi sostenuti in ciascun periodo d’imposta ed entro il limite massimo annuo 25.000 euro, nel caso di medie imprese (come definite dalla raccomandazione n. 2003/361/CE della Commissione);
– 50% dei costi sostenuti in ciascun periodo d’imposta ed entro il limite massimo annuo 80.000 euro, nel caso di adesione a un contratto di rete.
Dotazione finanziaria
25 milioni di euro per ciascuno degli anni compresi nel periodo 2019-2021.
Attuazione
Attraverso apposito decreto del Ministro dello sviluppo economico, che dovrà essere adottato entro il 1° aprile 2019 (90 giorni dalla data di entrata in vigore della legge di Bilancio 2019, avvenuta il 1° gennaio 2019).