Un piano shock per il settore dell’edilizia per innescare un circolo virtuoso che porti all’aumento del Pil e dell’occupazione dopo il lockdown causato dall’emergenza sanitaria da Coronavirus.
Lo sta studiando il Governo e dovrebbe arrivare con il decreto Maggio.
Ecobonus e sismabonus
Una prima misura che dovrebbe essere contenuta nel decreto Maggio è un superbonus per interventi di efficientamento energetico e messa in sicurezza antisismica: secondo le anticipazioni, sia per l’ecobonus che per il sismabonus, le aliquote di detrazioni dovrebbero arrivare fino al 110%.
Stando alla bozza del decreto, il superbonus dovrebbe essere fruibile per gli interventi strutturali di riqualificazione energetica o di messa in sicurezza degli edifici. Ma non solo. La maxi detrazione del 110% sarà fruibile anche per altri lavori minori, come interventi sulla facciata (per i quali, fino alla fine del 2020, spetta una detrazione del 90%, senza limite di spesa) o se si installerà un impianto fotovoltaico per la produzione di energia elettrica o si sostituirà le finestre, se saranno realizzati insieme agli interventi più importanti.
In base alla bozza, il superbonus spetterebbe per le spese sostenute dal 1° luglio 2020 al 31 dicembre 2021 e dovrebbe essere recuperabile in 5 rate annuali di pari importo. In alternativa, si potrà cedere o beneficiare dello sconto in fattura.
Cessione del credito alle banche
Altra novità che dovrebbe essere contenuta nel decreto Maggio riguarda il meccanismo della cessione del credito corrispondente all’eco e sismabonus.
Secondo la disciplina vigente, per l’ecobonus, il trasferimento del credito è consentito per tutti gli interventi di efficienza energetica, sia riguardanti le parti comuni condominiali sia effettuati sulle singole unità immobiliari. La detrazione spettante può essere ceduta ai fornitori dei beni e servizi necessari alla realizzazione degli interventi agevolabili o ad “altri soggetti privati” (ossia, come precisato dall’Agenzia delle Entrate, nelle circolari n. 11/E/2018 e n. 17/E/2018, soggetti diversi dai fornitori, sempreché collegati al rapporto che ha dato origine alla detrazione).
Solo per i contribuenti incapienti (ovvero i soggetti che nell’anno a quello di sostenimento della spesa si trovano nella cosiddetta “no tax area”) hanno la possibilità di cedere il credito anche a istituti di credito o intermediari finanziari.
Per il sismabonus, invece, la cessione è possibile solo per gli interventi effettuati sulle parti comuni di edifici condominiali, che danno diritto ad una detrazione maggiorata del 75% o dell’85% delle spese sostenute (aliquote agevolative previste nel caso in cui dagli interventi derivi una diminuzione del rischio sismico che determini, rispettivamente, il passaggio ad una classe inferiore o a due classi di rischio inferiori).
Ogni condòmino potrà trasferire la detrazione, sotto forma di credito d’imposta, alle imprese esecutrici o a soggetti privati, ma con esclusione degli istituti di credito, degli intermediari finanziari e delle amministrazioni pubbliche.
Secondo le anticipazioni, con il decreto Maggio invece la possibilità di cedere alle banche o ad altri intermediari finanziari il credito corrispondente all’ecobonus o al sismabonus si estenderebbe a tutti i contribuenti.
Nuova disciplina per lo sconto in fattura
Il decreto Maggio dovrebbe poi reintrodurre lo sconto in fattura, ma con un meccanismo diverso rispetto a quello disciplinato dal decreto Crescita (D.L. n. 34/2019).
In particolare, i commi 1 e 2 dell’articolo 10 – abrogati dall’articolo 1, comma 176, della legge di Bilancio 2020 – prevedevano la possibilità per i soggetti beneficiari dell’eco e sismabonus di optare, in luogo dell’utilizzo diretto delle detrazioni, per un contributo di pari ammontare, sotto forma di sconto sul corrispettivo dovuto, anticipato dal fornitore che ha effettuato gli interventi. Lo sconto praticato poteva essere recuperato dall’impresa sotto forma di credito d’imposta, da utilizzare in compensazione tramite il modello F24 “telematico” in 5 quote annuali, o essere ceduto ai propri fornitori, anche indiretti, di beni e servizi, con esclusione delle banche e intermediari finanziari ed amministrazioni pubbliche (non era ammessa l’ulteriore cessione del credito d’imposta).
Il meccanismo è stato modificato della legge di Bilancio 2020 (articolo 1, comma 70), che ha limitato la possibilità di optare per lo sconto immediato in fattura all’ecobonus per gli “interventi di ristrutturazione importante di primo livello”, eseguiti sulle parti comuni degli edifici condominiali, di importo pari o superiore a 200.000 euro. Come indicato dal DM 26 giugno 2015 sul calcolo delle prestazioni energetiche e i requisiti minimi degli edifici, si tratta degli interventi che, oltre a interessare l’involucro edilizio con un’incidenza superiore al 50% della superficie disperdente lorda complessiva dell’edificio, comprendono la ristrutturazione dell’impianto termico per il servizio di climatizzazione invernale e/o estiva asservito all’intero edificio.
Con il decreto Maggio, la disciplina dello sconto in fattura dovrebbe cambiare di nuovo.
Secondo le anticipazioni, i contribuenti a fronte della cessione della detrazione fiscale riceveranno uno sconto in fattura pari al 100% del costo dei lavori da parte dell’impresa che ha effettuato la ristrutturazione. Il meccanismo permetterà quindi di realizzare gli interventi senza alcun pagamento.
Stando alla bozza, l’impresa avrebbe la possibilità di cedere a sua volta il credito a soggetti terzi ed anche, a differenza della disciplina vigente, agli istituti bancari.
Ma le novità non sono finite. In base alla bozza, il credito si potrà cedere per un numero di volte illimitato (attualmente invece non si può trasferire per più di due volte).
L’obiettivo dichiarato dal Governo è permettere alle imprese che effettuano i lavori di cedere il più velocemente possibile e ad un prezzo sostenibile il credito, in modo che esse non si trovino mai senza la liquidità necessaria a coprire i propri costi.